FERRARI 900… la moto rimasta nel cassetto

A Mr Kay, famoso per la realizzazione di mitiche MV Agusta, fu concesso da Piero Ferrari in persona il permesso di utilizzare il leggendario simbolo. Kay decise di sfruttare al meglio l’onore concessogli dal rampollo Ferrari dando vita ad una moto ispirata a Enzo Ferrari. Il Drake.

La sua realizzazione richiese quattro anni (fu presentata nel 1995), per oltre tremila ore di lavoro maniacale e interamente svolto a mano. Il risultato fu un quattro cilindri in linea raffreddato ad aria da 900 cc a sedici valvole, assistito da un cambio a cinque marce, capace di sviluppare 105 Cv e di toccare la velocità massima di 265 km/h. Telaio in tubo d’alluminio, forcella upside down prodotta da Forcelle Italia e freni a disco Brembo montati su ruote con cerchi Astralite da 17” e ammortizzatori WPS dedicati.

Le cover motore in magnesio, i parafanghi in carbonio e il telaio in tubi di leggerissime leghe metalliche permettevano alla Ferrari 900 di fermare l’ago della bilancia a 172 kg. Su telaio e motore compare la sigla SF-01M, ma l’elemento distintivo che rende questa motocicletta unica, una vera Ferrari, è il cavallino rampante posto sul serbatoio e sulle teste del propulsore come da concessione del rampollo di Maranello.

All’avanguardia per l’epoca erano la forcella a steli rovesciati (realizzata da Forcelle Italia), l’impianto frenante Brembo con pinza a 6 pistoncini e la strumentazione digitale.

Si presentò con un’estetica datata, che richiamava alle moto degli anni Settanta, ma voleva omaggiare le auto Ferrari degli Ottanta. La Ferrari 900 si ispirava esteticamente al fiore all’occhiello dell’epoca per la Casa di Maranello, la Testarossa, di cui riprendeva le feritoie lungo le fiancate. Anche le Ferrari della Le Mans lasciarono qualcosa in eredità alla moto di Kay, basta guardare lo schema dei fari anteriori e paragonarlo con le rosse dell’epoca.

L’ampio driver delle moto endurance di quegli anni, ricopia molto il cupolino e il doppio faro anteriore della Suzuki GSX-R 1100 dell’epoca. In contrasto con questi tratti, precursori del concetto vintage, c’è la strumentazione digitale mescolata a quella analogica e un dispositivo di accensione elettronica.

Pur facendo parlare di se, questa moto non fu mai nei sogni dei motociclisti e forse neanche nelle intenzioni della Ferrari, che non ne prese in considerazione la sua produzione e relativa messa in vendita neppure in serie limitatissime. Rimase un prototipo, un unico esemplare, con un costo iniziale molto alto. A posteriori, sarebbe stato un pezzo da collezione notevole, ma questo “unicorno” concepito da Kay, faticò a trovare un appassionato disposto a pagare per averla.

I primi tentativi di vendita di questo pezzo unico non andarono bene, al punto che tornò a far notizia, quando il 29 aprile del 2012, ben diciassette anni dopo la sua presentazione, fu finalmente battuto dalla casa d’aste Bonhams. la Ferrari 900 fu battuta per 110.000 dollari con tanto di lettera di accompagnamento di Piero Ferrari per certificarne l’autenticità.

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